Un riconoscimento di grande prestigio: il ciclismo si prepara a salire alla ribalta dell’Ambrogino d’Oro, il prestigioso riconoscimento che Milano riserva alle personalità che l’hanno fatta grande. A meritare il riconoscimento è Domenico De Lillo, prima atleta, poi tecnico, quindi imprenditore e dirigente del ciclismo, capace di affrontare ogni ruolo con passione e competenza non comuni.

Il prossimo 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, il milanesissimo De Lillo (nato l 30 agosto 1937 nel quartiere Isola) riceverà la medaglia d’oro insieme all’avvocato divorzista Annamaria Bernardini De Pace, al ristoratore Giacomo Bulleri, al parroco di Greco don Giuliano Savina (impegnato nella realizzazione del Refettorio ambrosiano), al neurologo Giancarlo Comi, alla poetessa Maddalena Capalbi, a Carlo Di Napoli e Riccardo Magagnin, i ferrovieri aggrediti con il machete alla stazione di Villapizzone, al capo della squadra mobile Alessandro Giuliano, autore degli arresti delle gang dei latinos, all’ematologo Giorgio Lambertenghi, a Silvia Polleri, presidente della cooperativa Abc-La sapienza in tavola, che opera nella mensa del carcere di Bollate, alla microbiologa e presidente del comitato scientifico di Expo Claudia Sorlini e al giornalista Massimo Fini. Due medaglie alla memoria, al medico e fondatore del Naga Italo Siena, scomparso il mese scorso e all’imprenditore dell’ortofrutta Dino Abbascià, morto a giugno.
La commissione per le Benemerenze civiche ha invece deciso di assegnare il massimo riconoscimento a Mina, all’etoile della danza Roberto Bolle e al capocantiere di Expo Romano Bignozzi.

Prima di De Lillo, oggi responsabile in ACCPI del settore ex professionisti, il ciclismo aveva visto premiati Antonio Maspes nel 1961 con la medaglia d’oro, Sante Gaiardoni nel 1988 con un attestato e tanti industriali che hanno amato e amano il ciclismo, da Giovanni Borghi della Ignis e a Giorgio Squinzi di Mapei.