L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il coronavirus pandemia globale e anche lo sport deve dare il suo contributo per risolvere quest’emergenza sociale. «In Italia è tutto bloccato da giorni, ma siamo seriamente preoccupati per i nostri ragazzi e ragazze impegnati in competizioni all’estero. Il ciclismo è una disciplina internazionale, che coinvolge donne e uomini provenienti da tutto il mondo, in questa fase storica deve fermarsi, non c’è altra soluzione» commenta il presidente di ACCPI Cristian Salvato, che con i vicepresidenti del sindacato dei corridori italiani Matteo Trentin e Alessandra Cappellotto invoca lo stop a tutte le manifestazioni.

«Ci auguriamo che dopo la tappa di oggi si fermi anche la Parigi-Nizza. Ci stiamo adoperando per fare rientrare quanto prima corridori e personale delle squadre che si trovano lontani dalle loro famiglie. Il virus non conosce confini geografici, per batterlo dobbiamo stare tutti fermi, fino a che nuove disposizioni ci assicureranno che potremo tornare a correre sicuri e sereni. Facendo parte del CPA, abbiamo chiesto a Gianni Bugno e a chi rappresenta i nostri associati in ambito mondiale di chiedere all’UCI di fermare l’attività per tutelare gli atleti e tutte le persone con cui potrebbero venire a contatto durante le manifestazioni e i viaggi che stanno sostenendo in questa situazione sanitaria critica».

L’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani infine rinnova l’invito a tutti gli amanti di questo sport di restare a casa, di lasciare la bici parcheggiata almeno fino al 3 aprile, per evitare di creare ulteriore lavoro agli ospedali già in affanno. «Avremo tutto il tempo di scorrazzare liberi, felici e con ancora più grinta appena ci saremo messi questo triste periodo alle spalle. Distanti ma uniti vinceremo l’unica gara che a oggi conta correre: quella contro il Covid-19» conclude Salvato.