La vicenda di Alessandro Ballan riporta alla ribalta un tema spesso dibattuto e preso in causa dall’Assocorridori: i tempi della giustizia, evidentemente troppo lunghi.
Nel caso specifico il corridore di Castelfranco Veneto aspettava per ieri la sentenza del Tas per il suo ricorso contro la squalifica di due anni che il Tna gli ha inflitto il 16 gennaio scorso, sentenza che invece non ci sarà almeno fino al 27 febbraio. Il Tas di Losanna ha infatti informato ieri il legale di Ballan del rinvio, senza fornire ulteriori spiegazioni.
Per il bene dello sport, oltre che degli atleti, c’è bisogno di tempi di giudizio più rapidi. Non ha dubbi il presidente ACCPI Cristian Salvato che commenta: «Se un ragazzo è colpevole va punito, se non lo è deve poter correre. Deve potersi difendere e non perdere mesi e mesi in tribunale visto che la carriera di un atleta non è eterna. Per assurdo in questo caso se Alessandro si fosse dichiarato colpevole avrebbe avuto una pena minore di quella che in qualche modo gli è stata inflitta con questo stop e questi continui rinvii. Comunque andrà a finire questa storia, il ragazzo pagherà un prezzo troppo salato».
Un caso esemplare, da analizzare per rendere i procedimenti più celeri. L’accpi in questo senso si attiverà attraverso il CPA per portare all’attenzione dell’UCI la questione dei tempi della giustizia sportiva.