Pubblichiamo lettera pervenutaci da Gianni Bugno con la quale quest’ultimo, su istanza di numerosi corridori e di alcune tra le più rappresentative Associazioni Nazionali di corridori, manifesta la propria disponibilità a candidarsi come prossimo Presidente del CPA (Associazione Internazionale dei Corridori) la cui elezione è stata fissata nel mese di maggio.

TESTO DELLA LETTERA:

Cari Amici,
in questi giorni molti corridori (italiani e non) come anche alcuni di voi mi hanno chiesto se sono disponibile a candidarmi come presidente del CPA.
Si tratta di un incarico prestigioso e di grande responsabilità. Tanto più in un momento come quello attuale in cui l’associazione sembra attraversata al suo interno da contrasti ed esigenze di rinnovamento.
Ringrazio dunque sentitamente tutti coloro che hanno pensato al sottoscritto, manifestandomi fiducia e stima.
A tal riguardo, per chiarezza e trasparenza vi dico subito come la penso.
Il CPA, da sempre, soffre di rappresentatività perché è poco partecipata e sentita dai corridori. Capita dunque spesso che il Presidente si trovi in una condizione di difficoltà ed isolamento tale da indebolire la sua azione politica e la sua autorevolezza nei confronti delle squadre, degli organizzatori, dell’UCI e dei mass media.
Erano certamente giuste le preoccupazioni di Vasseur ed i suoi tentativi di coinvolgere i corridori. Tuttavia, sono convinto che, se si vuole raggiungere l’obiettivo di un CPA maggiormente coeso, indipendente e compatto, sia necessario non solo cercare un maggior coinvolgimento dei corridori (cosa peraltro sempre più difficile, considerato il numero di corse a cui sono impegnati durante la stagione), ma anche una maggiore partecipazione e responsabilizzazione delle Associazioni Nazionali. A tal fine, ritengo che uno dei compiti del CPA dovrebbe essere non certo quello di emarginare le Associazioni Nazionali, bensì quello di coinvolgerle maggiormente, facendosi anche parte attiva nell’aiutare a costituire nuove associazioni nazionali in Paesi come l’Australia, la Gran Bretagna, i Paesi Scandinavi, gli Stati Uniti, la Russia, e così via.
Solo così a mio avviso il CPA potrà arrivare ad ottenere una maggiore compattezza ed essere espressione dell’intero “peloton”.
Ciò premesso, vi dico quello che ho risposto a tutti coloro che mi hanno contattato.
Gianni Bugno è disponibile a fare il presidente, a patto che vi sia piena condivisione sulle seguenti circostanze:

1- impegno da parte di tutte le Associazioni Nazionali a partecipare alla vita del CPA e ad assumersi delle responsabilità sulla base di specifiche deleghe da concordare in seno al Comitato Direttivo. Sono infatti convinto che solo con il dialogo, la collaborazione ed il lavoro di squadra si possano ottenere dei buoni risultati;

2 – tenere almeno due riunioni di comitato direttivo all’anno in cui ciascuna associazione nazionale abbia l’occasione di illustrare alle altre le principali problematiche di cui si è occupata nel proprio Paese nel semestre precedente, affinché l’intero Comitato Direttivo sia più coinvolto, informato e partecipe delle varie questioni presenti nei vari Paesi.

3 – porsi pochi obiettivi, però chiari, precisi e condivisi.

Sul punto, le prime problematiche che, a mio avviso, devono essere affrontate sono:

1 – La riforma del fondo di solidarietà. Occorre, con la collaborazione ed il coinvolgimento dell’UCI, ripensarlo al fine di garantire (soprattutto alla fasce più deboli dei corridori) un capitale minimo da poter disporre alla fine della carriera;

2 – La questione delle Continental. Preso atto che l’UCI le ritiene a tutti gli effetti parte integrante del movimento professionistico, occorre cercare di stabilire per tali squadre delle condizioni contrattuali e sportive minime che siano comuni e valide in tutti i Paesi affinché si disincentivino i dannosi e strumentali trasferimenti di sede da un Paese all’altro.
Inoltre, sarebbe opportuno che nelle corse di categoria 1.HC-2.HC e 1.1-2.1 (dove vi sono anche i Teams PRO-TOUR) siano ammesse solo quelle squadre Continental che danno prova di garantire ai propri corridori le tutele di cui all’accordo paritario nonché l’adempimento dei protocolli antidoping.

3 – Le regole di partecipazione delle squadre alle corse del calendario internazionale. E’ interesse dei corridori arrivare ad ottenere delle regole chiare e trasparenti per la partecipazione delle squadre alle corse affinché si evitino squilibri, ingiustizie ed iniquità.

4 – L’istituzione di un codice disciplinare interno al CPA. Ritengo importante provare a fissare un regolamento interno condiviso dai corridori e dalle associazioni nazionali in cui si stabiliscano le modalità e le procedure da adottare nei casi di sciopero laddove la nostra categoria intenda manifestare un dissenso nei confronti degli organizzatori, o dell’UCI o delle squadre per le decisioni da loro assunte e/o per le condizioni di corsa non sicure. Ciò al fine di ottenere, in caso di uno sciopero e/o di una protesta, la massima adesione e compattezza da parte dei corridori.

5 – Confermare e rinnovare attraverso iniziative formative (soprattutto nei confronti dei neoprofessionisti) l’importanza del rispetto delle regole, affinché tra i corridori più giovani si rafforzi ulteriormente l’idea che chi viola le regole danneggia non solo se stesso e la propria squadra, ma anche tutto il movimento e, ancor più, i propri colleghi.

Se su ciò siete d’accordo, io vi garantisco impegno ed entusiasmo, a patto però che al mio impegno ed entusiasmo si unisca anche il vostro.
Un caro saluto a tutti.

GIANNI BUGNO