Il Presidente della Lega Ciclismo Vincenzo Scotti e tutti i componenti del direttivo desiderano complimentarsi con RCS Sport per il coraggio, la responsabilità e la lungimiranza delle scelte effettuate nell’assegnazione degli inviti al Giro D’Italia 2013. In un momento difficile per tutto in ciclismo siamo riusciti in Italia, grazie al contributo di tutte le componenti, a dare una risposta unitaria, non assolutamente facile né scontata, così importante per la salvaguardia del nostro movimento, il quale rappresenta un patrimonio prezioso da non disperdere fatto di squadre, di corridori, di direttori sportivi, di organizzatori e di tanti tantissimi appassionati.
E’ un risultato che si è raggiunto anche grazie al significativo ruolo di valorizzazione e ricostruzione del tessuto connettivo del ciclismo italiano portato avanti assieme dalla FCI e dalla Lega.
Siamo fiduciosi che le quattro squadre Professional affiliate in Italia, Androni Giocattoli, Bardiani-CSF, Colombia-Coldeportes e Vini Fantini, cui sarà consentito di misurarsi con la manifestazione italiana più prestigiosa e impegnativa, sapranno rispondere alle aspettative e onoreranno al meglio la corsa rosa.
La storia recente dimostra che i corridori di queste formazioni, specie se italiani, si sono sempre preparati per dare il massimo in questo evento, ponendolo al centro della propria stagione e riuscendo spesso a raggiungere risultati sportivi di assoluta eccellenza.
Siamo sempre più convinti che un Giro d’Italia forte e seguito nel nostro paese possa essere un ambasciatore d’eccezione del ciclismo anche a livello internazionale. Questa è sempre stata la forza del Giro: mantenere salde le sue radici, non perdere l’identità di corsa tecnica, con grandi salite, andamento vivace, panorami di rara bellezza, pubblico eccezionale. Si tratta di caratteristiche che nessun’altra manifestazione al mondo può offrire tutte assieme e di cui noi italiani andiamo giustamente fieri.
Anche per questo motivo siamo certi che ogni corridore italiano che partecipa al Giro sente di dover onorare e rispettare una corsa che fa parte del suo DNA, che ha imparato ad amare e ha sognato di vincere fin da bambino.
(comunicato Lega del Ciclismo Professionistico Italiano)