Il presidente Amedeo Colombo e il segretario generale Federico Scaglia in rappresentanza dell’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani (ACCPI) insieme a Gianni Bugno, presidente dell’Associazione Internazionale dei Corridori (CPA), a Alberto Volpi, presidente dell’Associazione Direttori Sportivi Professionisti Italiani (ADISPRO) e a Roberto Corsetti, presidente dell’Associazione Italiana Medici del Ciclismo (A.I.Me.C.) hanno congiuntamente inviato al presidente del CONI Gianni Petrucci e al segretario generale Raffaele Pagnozzi una lettera in cui si chiede loro di assumere adeguate iniziative e richiedere al Procuratore Torri un’adeguata rettifica del suo inopportuno “sfogo” o, in mancanza, le sue dimissioni.
A seguire, il testo integrale della lettera:
Signor Presidente e Signor Segretario Generale,
oggi il ciclismo, tutto il ciclismo (donne e uomini, dai giovanissimi ai professionisti) è stato gravemente offeso.
La frase “tutti i corridori sono dei dopati” proferita dal Procuratore Capo non rappresenta un semplice “sfogo di una persona che da anni lotta contro il problema, espresso in modo forse paradossale” (come da Voi bonariamente affermato nel Vostro comunicato stampa di stamane), bensì un fatto grave e destabilizzante per tutto il nostro sport che deve essere in quanto tale valutato e giudicato.
Non è ammissibile che il Procuratore Capo del CONI si rivolga a un’agenzia di stampa estera come se si trovasse al bar sotto casa.
E non può essere tollerato il fatto che colui che ricopre la più importante funzione disciplinare sportiva manifesti una così forte mancanza di equilibrio e rispetto nei confronti di uno dei più importanti movimenti dello sport italiano.
L’offesa portata dalle imprudenti dichiarazioni di Torri è un danno grave che colpisce il ciclismo intero e conseguentemente lo stesso Comitato Olimpico Nazionale Italiano del quale (sarebbe il caso di ricordarlo) il ciclismo fa parte integrante e rappresenta, per prestigio, numero di atleti e vittorie, uno degli sport più importanti.
Per questo Vi chiediamo di voler assumere le adeguate iniziative e richiedere al Procuratore Torri un’adeguata rettifica delle sue dichiarazioni o, in mancanza, le sue dimissioni.
Lo dovete a tutti i corridori che corrono nel rispetto delle regole.
Lo dovete a tutti coloro che investono risorse in questo sport, come anche a coloro che investono buona parte del loro tempo libero ad allenare e insegnare ai giovani a correre in bicicletta.
Lo dovete infine a un movimento che ha dato allo sport italiano medaglie e prestigio e che (è ora che si esca dall’ipocrisia e gli si riconoscano anche i meriti) si è impegnato, anche finanziariamente, come nessun altro movimento sportivo nella lotta al doping.
Con i nostri più distinti saluti.
Amedeo Colombo
(presidente ACCPI)
Gianni Bugno
(presidente CPA)
Federico Scaglia
(segretario generale ACCPI)
Alberto Volpi
(presidente ADISPRO)
Roberto Corsetti
(presidente AIMEC)