La sentenza del Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS), che ha dichiarato non valida la regola del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), che prevede il bando dai Giochi Olimpici per gli atleti squalificati per oltre sei mesi per doping, conferma quanto sostenuto dall’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani (ACCPI) in merito al decreto federale 30/2011, che impedisce ai ciclisti che hanno già scontato una condanna per doping superiore ai sei mesi di prendere parte ai Campionati Italiani e di far parte della Nazionale.
Come già sostenuto dal Professor Piero Sandulli, presidente della Corte di Giustizia Federale della Figc e membro della Corte Federale della Federnuoto, interpellato dall’ACCPI nel mese di luglio per un parere sul decreto: l’irretroattività del provvedimento adottato dalla FCI in data 30 maggio 2011 non è ammissibile.
L’Assocorridori ribadisce la sua convinzione: qualsiasi norma, ancor più se finalizzata a contrastare un fenomeno deplorevole come quello del doping, non può che essere emanata nel rispetto dei principi fondamentali dell’ordinamento sportivo e in seguito a un vero confronto che coinvolga tutte le componenti del mondo del ciclismo.
Considerato anche questo autorevole parere l’ACCPI auspica riguardo al caso specifico che il Consiglio Federale rifletta sul provvedimento, aprendo un colloquio con i suoi associati.
Qualsiasi presa di posizione, tanto più su un tema delicato come quello in questione, affinché possa determinare un vero cambiamento deve essere prima di tutto condivisa dall’intero movimento che mira a migliorare, in primis dai protagonisti dello stesso.